Psicologia di genere e intervento psicologico

La differenza tra i concetti di sesso (caratteristiche biologiche, anatomiche e fisiologiche di femmine, maschi) e genere (vissuti interiori e caratteristiche socialmente costruite di donne, uomini, ragazze e ragazzi in quanto esseri sessuati) fu introdotta a metà del secolo scorso, per contrastare un certo determinismo biologico, vale a dire l’idea che la “natura” fosse passivamente un “destino”. L’interazione tra i due concetti è comunque innegabile e richiama la necessità di delinearne il protagonismo, l’interferenza, i bias (errori e mancanze) e complessivamente quanto peso ha nella relazione terapeutica l’identità di genere in termini di valenze della/del terapeuta e del/della paziente. In questo assume particolare importanza la necessaria consapevolezza del “fare genere”, sempre e comunque, nel contesto della relazione terapeutica. Queste considerazioni di base, si aggiungono all’esigenza sempre più evidente del “stare al passo con i tempi” per ciò che riguarda le tematiche inerenti all’identità sessuale (com’è la reazione se un paziente si presenta dicendo: “Sono pansessuale”, “Sono gender fluid”?). La presa in carico terapeutica di persone che possono presentare questioni legate all’identità di genere nelle varie fasce di età ha un significato profondo e importante.
L’approccio consentirà di co-costruire un percorso di appropriatezza terapeutica legato all’attenzione di differenze di sesso e genere con metodiche autoriflessive, dati di ricerca e modelli esplicativi del “fare genere” nella presa in carico psicologica e nei vissuti di malattia, nonché approfondimenti sulle valenze di identità di genere “non binarie”; in particolare sulla incongruenza di genere (IG).

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