Provincia di Rimini (6 Comuni)

Elezioni amministrative 2021, le risposte dei candidati alle nostre domande

Cattolica
Franca Foronchi - Coalizione di Centrosinistra
  • Nel suo programma elettorale si parla di benessere psicologico dei cittadini? E se sì, in quali termini?
    Il benessere psicologico è parte integrante della salute: il corpo assume un ruolo effettore rispetto alle emozioni, ne veicola la funzione, rappresenta un completamento del concetto di identità.
    Lo spiegano chiaramente gli psicologi Sipap (Società Italiana Psicologi Area Professionale Privata). E’ la condizione psicologica e fisica ottimale che permette di:
    • stare bene con se stessi e con gli altri
    • realizzarsi e raggiungere i propri obiettivi
    • prendere decisioni
    • risolvere difficoltà nelle relazioni
    • sapere affrontare gli eventi stressanti.
    La ricerca del proprio benessere promuove la crescita personale e migliora la convivenza civile tra le persone. Quindi il benessere psicologico non può non essere considerato in un programma attento e sensibile ai bisogni attuali e futuri dei cittadini. Nel programma elettorale della Coalizione di Centro Sinistra per Franca Foronchi Sindaca, è stato dato rilievo determinante alla cura attenta dell’ambiente, della sostenibilità di ogni intervento sia edilizio che di recupero, basandosi sul fondamentale principio che non dovrà essere più sfruttato alcun centimetro di territorio vergine ai fini della creazione di nuove opere e manufatti. Siamo stati particolarmente attenti a sottolineare la nostra precisa convinzione che una città più bella deve essere anche più vivibile e soprattutto accessibile a tutti, sia a normodotati che ai disabili. Siamo convinti che il verde ben curato, le alberature, per le quali abbiamo introdotto il principio di attivazione per ulteriori impianti arborei, siano fondamentali per il benessere psico-fisico dei cittadini; così come una mobilità lenta e dolce, privilegiando le aree ciclopedonali e gli spazi fitness, nei parchi urbani e in altri luoghi pubblici.
  • Come pensa si possa arrivare a una maggiore integrazione sociosanitaria fra gli psicologi e altre figure sanitarie per la salute dei cittadini?
    Il termine “integrazione” ha sempre avuto un notevole potere rappresentativo. Se la sua origine etimologica rinvia a ciò che è “intero”, “non toccato”, intatto nella sua unità, non si può ignorare il fatto che il verbo integrare fa riferimento all’azione di «rendere completo aggiungendo ciò che manca» (www.myzanichelli.it). Alla luce di ciò l’integrazione socio-sanitaria può essere definita come «un insieme di pratiche, strumenti, culture e competenze professionali che cerca di far integrare il settore sanitario con quello sociale per il raggiungimento di scopi comuni» (Bissolo, Fazzi 2005). È importante precisare che, al fine di attribuire al suddetto concetto il giusto peso, non possiamo analizzarlo solo privilegiando il punto di vista dei servizi (quindi pensando esclusivamente alla collaborazione e al coordinamento tra servizi sociali e sanitari), ma dobbiamo prendere in considerazione, soprattutto, il punto di vista degli utenti che, in virtù della stessa, vengono visti come un unicum e trovano risposte unitarie ai bisogni assistenziali. Il tema dell’integrazione socio-sanitaria è andato assumendo crescente rilievo nel sistema dei servizi del nostro paese, a partire dagli anni settanta del secolo scorso; l’obiettivo era quello di riuscire a fronteggiare alcuni fenomeni emergenti sia in ambito medico, sia in ambito sociale. Tra essi si possono citare: la diffusione delle patologie cronico-degenerative a carattere invalidante e l’aumento di patologie con un decorso lento, che si stabilizzano nel tempo e che richiedono attività di cura non solo di tipo sanitario; la trasformazione del ruolo e della struttura della famiglia, che non è più in grado di prendersi cura, da sola, dei membri deboli; l’emergere della sensibilità e dell’attenzione da parte dei cittadini nei confronti della qualità e della completezza dei servizi. Da qui la necessità, da una parte, di utilizzare approcci multidimensionali in grado di dare risposte complete ai bisogni complessi, dall’altra, di evitare le inefficienze dovute alla duplicazione degli interventi sociali e sanitari. Nel programma della coalizione di centro sinistra, abbiamo rilevato l’importanza dei servizi di prossimità, delle cure domiciliari e del potenziamento dei consultori, che riteniamo presidi territoriali di importanza fondamentale per rispondere in modo fattivo e veloce alle richieste di ausilio per i bisogni di tipo assistenziale al di fuori dell’ospedalizzazione, specie per le donne.
  • In quali modalità operative ritiene opportuno coinvolgere l’Ordine degli Psicologi nelle fasi di progettazione e programmazione degli interventi a favore della salute psicologica dei cittadini?
    Vedere https://www.psy.it/wp-content/uploads/2018/11/Quaderno_LEA_CNOP.pdf
    Riteniamo che, a corredo di quanto detto, gli psicologi potrebbero partecipare in via prioritaria alla creazione, con l’Ente di riferimento, di progetti per il benessere della collettività, non solo attraverso lo sportello di ascolto introdotto in ogni plesso scolastico, ma anche nelle strutture socio- sanitarie, quali le case della salute, le case in co-housing gestite per il progetto Dopo di Noi, nei tavoli istituzionali di monitoraggio delle disabilità, quali l’autismo o altre patologie cognitive, che di fatto stanno aumentando in modo esponenziale, nonché in tutte le situazioni di difficoltà economica dovuta al post pandemia, che hanno seriamente minato la solidità delle famiglie, non solo dal punto di vista del reddito, ma della sicurezza identitaria.


Montescudo-Monte Colombo


Novafeltria


Pennabilli


Rimini
Jamil Sadegholvaad - Coalizione di Centrosinistra
  • Nel suo programma elettorale si parla di benessere psicologico dei cittadini? E se sì, in quali termini?
    La pandemia da Covid-19 ci ha insegnato che la salute del singolo è direttamente proporzionale al benessere della collettività. Ed è da questo nuovo, ma non sconosciuto, presupposto che intendiamo partire e ripartire. I valori sui quali chiediamo di generare salute nella Regione Emilia-Romagna e nell’Area Vasta della Romagna sono i seguenti:
    • Coscienza
    • Scienza
    • Eco-compatibilità e sostenibilità
    Valori che si uniscono alla natura imprescindibile universalistica ed egualitaria del Servizio Sanitario, così come sancito dall’art.32 della nostra Costituzione.
    Attraverso la partecipazione alla Conferenza Territoriale dei servizi socio-sanitari l’amministrazione promuoverà la visione di salute pubblica, di territorialità e di prossimità.
    Consideriamo la salute umana come interdipendente e legata alla salute degli ecosistemi di cui è partecipe, per questo diventa di fondamentale importanza attuare delle politiche sempre più consistenti riguardo la prevenzione primaria e secondaria, anche personalizzata, non tralasciando l’aspetto psicologico. Imprescindibile, sotto questo aspetto, la prevenzione ambientale, sviluppare, quindi, l’idea di città salubre e inclusiva, in un’ottica di eco-salute al fine di raggiungere il concetto di Salute Globale che abbiamo imparato a conoscere con il termine One Health.
    È necessario, fin da subito, incrementare il processo di umanizzazione delle cure per agire in sintonia con ogni singola persona, il suo ambiente famigliare e sociale. All’interno del programma elettorale stilato con la coalizione delle forze di centro sinistra abbiamo tre proposte di revisione dei servizi socio assistenziali attraverso:
    • il coinvolgimento attivo dei pazienti, gli operatori e tutti gli stakeholder nei processi decisionali;
    • il potenziamento della sanità territoriale e ospedaliera, recuperando servizi di prevenzione e di base. In particolare, implementando in quantità e funzioni le sedi di prossimità: antenne sociali e case della salute, servizi domiciliari, coinvolgendo specialmente i medici di base e istituendo la figura di infermiere/a di quartiere, specializzati in medicina di genere e consultori materno-infantile, istituendo anche la figura dello psicologo/a di comunità;
    • investire fortemente anche sulla prevenzione del disagio lavorativo per lavoratori e lavoratrici impegnati nella relazione di cura e di aiuto, predisponendo un piano di assunzioni di personale sanitario;
    • Il Welfare di comunità deve quindi rappresentare un’infrastruttura fondamentale per la costruzione di un modello di sviluppo che permetta di uscire dalla crisi e di garantire migliori prospettive future, sia da un punto di vista economico che sociale; piani di accessibilità per persone diversamente abili.
    Ovviamente quanto sopra descritto non si intende esaurito in questo semplice punto elenco, parte di un programma più ampio che fa del benessere una parola chiave dello sviluppo di una nuova idea di sanità.
  • Come crede possa essere implementata la presenza degli psicologi nei servizi alla cittadinanza?
    Le Linee d'indirizzo regionali della psicologia di recente pubblicazione (DGR1141/2021), rilevano un'insufficienza della presenza di psicologi e prevedono un'implementazione della dotazione professionale in termini di unità equivalenti e su base distrettuale. Le stesse indicano la necessità di prevedere, in un’ottica di psicologia di comunità,  la presenza dello psicologo anche nei servizi di prevenzione e di base, oltre che in quelli specialistici di secondo livello. Questo è importante per garantire al cittadino un servizio di prossimità che può favorire un intervento rapido e precoce, sia preventivo, che di trattamento, che di eventuale accompagnamento ad altri servizi specialistici.
  • Come pensa si possa arrivare a una maggiore integrazione sociosanitaria fra gli psicologi e altre figure sanitarie per la salute dei cittadini?
    I nuovi bisogni emersi e la crescente domanda di psicologia mi porta a ritenere che l’impegno di chi si appresta ad amministrare una città sia quello in primis di investire in un’area sanitaria come quella della Psicologia. Senza dimenticare le novità normative introdotte, prima tra tutte la definizione, nel 2017, dei nuovi Livelli essenziali di assistenza in cui la Psicologia, al pari di altre professioni sanitarie, è stata chiamata in modo significativo a rispondere ai nuovi bisogni di salute e dal 2018 è riconosciuta, per legge, come professione sanitaria. L'integrazione è auspicabile e perseguibile nell'ottica di un'organizzazione di servizi integrati e multi professionali in cui le diverse figure sanitarie operano in sinergia, nel rispetto delle proprie singole specificità.
    Nel caso dello psicologo, come per le altre figure professionali, è utile un'organizzazione gestionale unitaria che consenta il governo clinico professionale secondo principi di equità d'accesso, appropriatezza ed efficacia clinica secondo le best practices, ed efficientamento delle risorse.
  • In quali modalità operative ritiene opportuno coinvolgere l’Ordine degli Psicologi nelle fasi di progettazione e programmazione degli interventi a favore della salute psicologica dei cittadini?
    Da amministratore non posso non tenere conto di quanto tutti gli organi istituzionali si stiano occupando del tema della psicologia, dai Consigli, nazionale e regionale, dell'Ordine degli psicologi, alla Regione, al parlamento ed ovviamente i sindacati di categoria. Credo sia necessario riconoscere alla categorie degli psicologi e all'ordine degli psicologi il ruolo di interlocutori competenti in grado di fornire un contributo importante nel dialogo tra le diverse istituzioni e il privato a garanzia dei servizi offerti e a tutela dell'utenza e dei cittadini.
Risponde la capolista Tonini Annarita a nome del candidato Sindaco Sergio Valentini - Coalizione Rimini in Comune
  • Nel suo programma elettorale si parla di benessere psicologico dei cittadini? E se sì, in quali termini?
    Il tema della Sanità e della Salute dei cittadini è il primo argomento trattato dal nostro Programma Elettorale. Un paragrafo importante è riservato proprio al Benessere Psicologico dei cittadini; in particolare riteniamo che sia fondamentale concentrarsi sulla prevenzione.
    Nel campo della salute (intesa nell’ampio significato che ne dà l’OMS) mentale pensiamo ad una prevenzione su tre livelli:
    • Prevenzione primaria che coincida con la promozione della qualità di vita, concentrandosi dunque sull’educazione ad una vita sana: alimentazione, movimento, sicurezza sul lavoro e salute psicologica attraverso il potenziamento della figura dello psicologo di base.
    • Prevenzione secondaria si deve concentrare sulla adolescenza con personale di diversi servizi sociali e sanitari. Questi centri dovrebbero concentrarsi sulle situazioni sotto traccia, problematiche che necessitano un ascolto attento ed eventualmente un colloquio individuale o famigliare. I centri giovanili potrebbero poi fornire psicoterapia individuale, famigliare e di gruppo. Questo strumento permetterebbe di intercettare le situazioni problematiche prima che si instaurino dei sintomi.
    • Prevenzione terziaria consiste nella attenzione specifica agli esordi psicotici cercando di favorirne la soluzione e prevenendo la ricaduta. Nel campo della salute mentale deve essere posta una grande attenzione alle migrazioni ed ai migranti, alla costruzione di una cultura del rispetto e valorizzazione delle differenze avendo come orizzonte una comunità planetaria.
  • Come crede possa essere implementata la presenza degli psicologi nei servizi alla cittadinanza?
    Oltre al riconosciuto ruolo dello Psicologo all’interno delle strutture Ospedaliere, crediamo sia necessaria una sua più massiccia presenza sul territorio. Riteniamo necessario pertanto rafforzare la figura dello Psicologo Scolastico, istituita e finanziata dal MIUR, ma ancora scarsamente conosciuta e presente sul territorio comunale, prevedendone una forte “responsabilizzazione” mediante l’istituzione di tavoli tecnici trasversali ai diversi circoli scolastici.
    Riteniamo che sia sempre più necessaria una massiccia integrazione tra servizi sanitari e servizi sociali, al fine di integrare risorse economiche, semplificare processi burocratici e potenziare i servizi rivolti alle persone più fragile. In questo contesto risulta centrale la figura innovativa dello “Psicologo di Base” di cui proponiamo, a livello sperimentale ed in collaborazione con AUSL Romagna, l’introduzione per il territorio comunale.
  • Come pensa si possa arrivare a una maggiore integrazione sociosanitaria fra gli psicologi e altre figure sanitarie per la salute dei cittadini?
    Crediamo che l’istituzione delle “Case della Salute” sia il punto centrale per garantire politiche sanitarie eque, pubbliche, accessibili e sostenibili. All’interno della Casa della Salute è necessario potenziare il Consultorio Familiare e istituire le Case di Maternità. Ad oggi la popolazione residente a Rimini può usufruire di servizi nell'unica struttura presente, con un rapporto di 150.000 abitanti in un solo consultorio, mentre secondo quanto indicato nella legge n. 34 del 1996 e dal POMI (Progetto obiettivo materno Infantile) il rapporto ottimale, per compiere attività di programmazione attiva e di tutela della salute, dovrebbe essere uno ogni 20.000 abitanti in area urbana e 10.000 abitanti in area rurale. Il Consultorio Familiare con équipe multidisciplinari (ostetrica, ginecologo, psicologo, assistente sociale ed altre figure professionali localmente individuate quali dietista, andrologo, genetista, senologo ecc.) offre percorsi preventivi e diagnostico terapeutici integrati con le strutture presenti nel territorio di riferimento, tenuto conto del disinvestimento nella prevenzione e nella promozione della salute con uno spostamento verso le “cure in ospedale”, una medicalizzazione ed una privatizzazione sempre più marcate.
    La presenza dell'équipe multi professionale è finalizzata alla tutela dell'integrità psicofisica/relazionale dell'utente e della continuità dell'assistenza. Proprio in questo ambito risulta centrale la figura dello Psicologo a supporto dell’utenza.
    I Consultori Familiari devono essere concepiti come servizi “a bassa soglia”, cioè visibili e facilmente accessibili particolarmente da quei gruppi di popolazione a rischio, al fine di garantire le cure primarie nell'area della salute sessuale, riproduttiva e psico-relazionale della donna, dei singoli, delle coppie e delle famiglie.
    Sicuramente la frontiera su cui la territorialità deve sforzarsi è quella del contesto domiciliare: sia esso inteso come cura infermieristica a domicilio per anziani ed invalidi (tutti coloro che sono riconosciuti tali senza richiesta di Isee), dovrebbero poterci contare. Inoltre occorre investire sui supporti psicologici per i caregiver e delle badanti, con supporti e formazioni specifiche, senza mai lasciare solo nessuno, specialmente se anziano e con problematiche di salute.
  • In quali modalità operative ritiene opportuno coinvolgere l’Ordine degli Psicologi nelle fasi di progettazione e programmazione degli interventi a favore della salute psicologica dei cittadini?
    L’Ordine degli Psicologi, per la sua stessa natura, potrà e dovrà essere coinvolto massivamente nella progettazione di attività innovative come quella dello “Psicologo di Base” (cfr punti precedenti) andando a consultare i Gruppi di Lavoro tematici dell’Ordine stesso. Risulterà, in ogni caso, un organo di riferimento da consultare in via preliminare per tutti gli interventi a favore della salute psicologica dei cittadini che saranno programmati, progettati e realizzati nel futuro, oltre che per la valutazione dello stato di fatto della realtà cittadina.
    Sarà necessario sviluppare un continuo e proficuo confronto con il/i referente/i provinciale dell’Ordine, anche ragionando in ottica transcomunale e transprovinciale per promuovere progetti a più ampio respiro.

Sassofeltrio