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Ordine degli psicologi dell'Emilia Romagna

Carissime/i Colleghe/i,

 

come certamente sapete, è all’esame della XII Commissione Affari Sociali della Camera un Disegno di Legge teso a garantire ai cittadini, in particolare ai meno abbienti, un più ampio ed agevole accesso alle cure psicoterapeutiche. Il primo firmatario e relatore alla XII Commissione è l’Onorevole Luigi Cancrini, noto e stimato psichiatra, fondatore di una delle prime Scuole di Psicoterapia Familiare in Italia.

 

Questa Proposta di Legge consente al cittadino di accedere alla psicoterapia a seguito di richiesta da presentare ai Servizi delle Aziende USL che si occupano di Salute mentale (ad esempio: Dipartimenti di Salute mentale, Servizi per le tossicodipendenze, Servizi Materno-Infantili ecc.).

Il Servizio che riceve questa domanda, che è anche quello che deve finanziare il progetto di cura, deve:

·        fornire le indicazioni necessarie a definire il progetto terapeutico ed i tempi della cura (numero di sedute per un max di 24 mesi);

·        formulare la diagnosi e valutare l’idoneità al trattamento;

·        affidare ad un presidio ASL la realizzazione del progetto, nel caso la richiesta del cittadino fosse accolta, oppure, quando l’ASL non possa soddisfare rapidamente e direttamente la richiesta, autorizzare questa cura presso professionisti psicologi e medici con abilitazione all’esercizio dell’attività psicoterapeutica (liberi professionisti non dipendenti delle ASL);

·        effettuare il monitoraggio e il controllo della qualità dei servizi di psicoterapia.

Purtroppo, nell’ultima seduta del 2007 il relatore, On. Cancrini, ha fatto proprio un emendamento che dispone che la diagnosi necessaria per accedere alla psicoterapia debba essere necessariamente affidata ad un medico specializzato in psichiatria o neuropsichiatria infantile del Servizio Sanitario Nazionale, ciò che esclude la possibilità di diagnosi agli psicologi, se pure limitatamente a questo ambito della diagnostica di accesso alla psicoterapia.

E’ evidente che tale ipotesi, se tradotta in legge, sarebbe gravemente lesiva di quanto sancito nell’art. 1 della L.56/89 istitutiva del nostro Albo professionale.

Il nostro Ordine Nazionale e gli Ordini regionali hanno immediatamente avviato iniziative volte a rappresentare ad un tempo illegittimità e pericolosità di un iter legislativo che, se divenisse norma, decreterebbe un inaccettabile ed anacronistico arretramento della nostra dignità professionale e, ciò che è peggio, del servizio che complessivamente restituiamo alla collettività ed ai singoli cittadini.

Abbiamo, quindi, intessuto rapporti istituzionali e professionali con la XII Commissione, con i suoi membri, e, naturalmente, con lo stesso On. Cancrini.

A proposito di rapporti istituzionali con l’On Cancrini, il Presidente del Consiglio Nazionale degli Psicologi, dott. Palma, gli ha spedito una lettera aperta -pubblicata nel sito del CNOP- ed anche io stessa ho avviato un confronto.

Si tratta, comunque, di attivare rapporti attraverso un lavorio intenso che affrontiamo con fermezza e con senso di responsabilità; lo spirito di ribellione che in noi si manifesta di fronte ad una patente ingiustizia è temperato dalla consapevolezza della delicatezza della situazione.

Una minaccia che sembra profilarsi potrebbe essere quella della possibilità di un’approvazione del disegno di legge direttamente dalla XII Commissione divenuta deliberante, senza alcun passaggio in aula (Camera), evitando così la discussione che in questa potrebbe svolgersi.

Il nostro obiettivo primario è, comunque, il ritiro dell’emendamento presentato dall’On. Cancrini relativo alla diagnosi. La cosa, tutti noi ne siamo ben consapevoli, non appare facile nell’attuale contesto, in ispecie se dovesse presentarsi come una contrapposizione tra gli interessi degli psicologi e quelli più generali di un accesso dei cittadini alla psicoterapia che i media, in questi ultimi mesi, disegnano come urgente a fronte del succedersi di tragici e suscitatori di emozione fatti di cronaca.

E’ pertanto estremamente importante la convinta e ferma adesione di tutti i colleghi ad un’azione che, per essere efficace, deve essere tanto intransigente sui principi, che solidale tra psicologi e tra questi ed i loro organi istituzionali, azione caratterizzata dall’astensione da forme personalistiche ed esasperate che non restituirebbero una corretta immagine della nostra professione, oltre a risultare, spesso, controproducenti.

 

Non ci si può, infine, esimere dall’osservare che quanto disposto dal Disegno di Legge, qualora approvato, non sarebbe finanziato; in altre parole il Governo non ha e non sembra avere intenzione di prevedere risorse economiche rinviando di fatto alle Regioni o ai Direttori Generali delle ASL la scelta di reperire i finanziamenti necessari.  E’ facile immaginare che ben poco potrà essere fatto in concreto se non in casi limitati e particolari.

 

Cordialmente

 

Manuela Colombari